Le sibille di Odeja
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 Caratteristiche di Mihael

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rachelecartomante

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MessaggioTitolo: Caratteristiche di Mihael   Caratteristiche di Mihael Icon_minitimeGio Mar 29, 2012 6:18 am


Mihael, o Miyhe’el, è il 48esimo Soffio e l'ottavo raggio angelico nel Coro solare degli Angeli Virtù, nel quale amministra le energie lunari. Il suo elemento è l'Acqua; ha domicilio Zodiacale dal 25°al 30° dello Scorpione ed è l'Angelo Custode dei nati dal 18 al 22 novembre. I sei Angeli Custodi dello Scorpione sono potenze che collettivamente fanno dei loro nati persone complesse, tenaci e determinate, dotate di forte sessualità e fascino, e di uno spirito libero che non si lascia dominare.
Il nome di Mihael significa “Dio, padre misericordioso"
Il dono dispensato da Mihael è la GENERAZIONE o la PROCREAZIONE.
Mentre l'Arcangelo Raffaele (a capo del coro solare delle Virtù) rappresenta il Fuoco, l'Angelo Mihael (che in questo coro governa le energie lunari) rappresenta l'Acqua; entrambi evocano dunque l'unione felice di due elementi il cui equilibrio è all'origine di ogni fecondità. Unendo in sè queste due energie, Mihael simboleggia la perfetta interazione fra i complementari: è dunque l'angelo dell'unione coniugale, ma anche protettore di tutte le unioni, sia di amore e di amicizia, sia di tipo professionale (comprese le società e le associazioni), che favorisce concedendo fecondità (anche progettuale) e il dono dell'intuizione che permette di presentire esattamente ciò che sta avvenendo. E' anche l'agente fecondatore per eccellenza: i suoi protetti possono invocarlo contro la sterilità in qualunque momento, gli altri preferibilmente nel giorno di Mikael Arcangelo: la Domenica. Secondo il Testo Tradizionale, quest'Angelo ama che i suoi protetti viaggino molto e che assaporino tutti i piaceri, spirituali e materiali; i suoi nati saranno favoriti nello stabilire rapporti armoniosi e profondi con l'altro sesso: relazioni felici e piene d'immagine, di aneddoti, di avventure che arricchiranno.
Dice Haziel che Mihael opera in modo che la nostra Coscienza si esprima precipuamente tramite i sentimenti. L'Ego attua un lavorio interiore per trarre profitto dall'illuminazione che la nostra natura emotiva riceve, e accordarle, per così dire, un elevato potere espressivo; i sentimenti vengono posti in evidenza, in risalto, e tutto ciò che la persona realizzerà farà leva sui sentimenti stessi. Per i mistici cristiani questo quadro interiore, sotto l'influsso radioso di Mihael, rappresenta la nascita del Figlio Divino in seno alla natura umana. Quest'Angelo-Sole è solidale con quanti ricercano l'interiorità e manifesta la sua Luce nella profondità dell'essere.
Sappiamo che secondo la Kabbalah tre versetti dell'Esodo (ciascuno composto da 72 lettere), celano il codice dei 72 Nomi di Dio; e precisamente i versetti 19, 20 e 21 del capitolo 14. Riguardo alle origini delle lettere nel trigramma-radice di questo Nome, la lettera Mem (acqua) proviene da: "Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro" (Esodo, 14, 19). La Yod (mano) viene dalla prima lettera della parola Israele, nel versetto (Esodo, 14, 19): "venendosi a trovare fra l'accampamento degli Egiziani e quello di Israele"; mentre la Hé (finestra) proviene da (Esodo 14, 21): "e l'Eterno, durante tutta la notte, ritirò il mare con forte vento da Oriente". Il rebus formato da queste 3 lettere dà l'immagine della vita di coppia e dell'armonia coniugale (interpretazione Muller/Baudat); dà inoltre l'idea di un'energia che sostiene tutte le unioni. Mihael è considerato infatti l'Angelo del conforto morale.
Mihael secondo Sibaldi
Sibaldi vede, nella radice mem-yod-he del Nome il concetto: "Io comprendo le manifestazioni dell’invisibile". C'è qualcosa, nella natura profonda di questi nati, che li differenzia da tutti gli altri, e che ha a che fare con "l'incontro fra gli opposti" realizzata da questa energia angelica. Così cerca di descriverlo Sibaldi: solo qualche Miyhe’el più esperto, o gli Yezale’el (che conoscono gli stessi tormenti), potrebbero aiutarli a capire il problema: il fatto è che nel loro io i due (o tre, o quattro) sessi a tutti noti si sono integrati, a costituire un modo di essere, di pensare, di sentire al tempo stesso maschile e femminile, penetrante e avvolgente, in grado di dare e di ricevere in egual misura. Che a questa ulteriore identità sessuale il mondo non sia ancora pronto, è cosa abbastanza evidente: i Miyhe’el non avrebbero, se no, tutti i problemi che hanno. Ma altrettanto evidente è che tutta l’umanità tenda, sempre più, in tale direzione: che nell’attrazione di un sesso verso l’altro si esprima la percezione della propria incompletezza, la brama di scoprire non tanto ciò che l’altro o l’altra ha di diverso da noi, ma ciò che in lui o in lei rispecchia una componente di noi, che da qualche nostra profondità non riesce ancora a emergere. Questa brama i Miyhe’el non ce l’hanno, a loro non occorre più. Per loro l’amore è amore e basta: un’anima che ne cerca un’altra a lei affine, senza che l’urgenza del desiderio spinga a produrre (come avviene ai più) illusioni di sentimenti dove non ce ne sono. E se riuscissero a essere veramente se stessi, i Miyhe’el non sbaglierebbero mai e avrebbero solamente unioni grandi, perfette, profondissime. Purtroppo, dicevo, a lungo provano ad adeguarsi, e la loro vita sentimentale conosce, spesso, tutti gli spigoli dolorosi dell’inautenticità, dell’incertezza, della delusione e della soffocante rassegnazione.
Poi d’un tratto nascono, capiscono, si accettano. Può avvenire a venticinque anni o a trentotto (età classica della scoperta di sé) o ancora più in là; a destarli può essere un’ennesima delusione, o un brusco cambiamento di luogo o di lavoro, o un incontro, o lo slancio con cui, magari, si abbraccia un ideale o si abbandona una fede: comunque sia, quando succede, da una settimana all’altra tutto diventa nuovo, non solo e non tanto nei rapporti sentimentali, ma in ogni settore della loro esistenza. Il Miyhe’el butta all’aria tutti i suoi sforzi di sembrare ciò che non è, e si mette a fare di testa sua. Scopre la sua enorme energia (il doppio d’un normale individuo monosessuale), si accorge di poter pensare, anche, due volte più in grande di tutti quelli che conosce; ne è sorpreso e ne gioisce, e gioia e fierezza moltiplicano ancor di più la forza delle sue idee, dei suoi progetti, delle sue azioni. Avviene qualcosa di molto simile anche ai loro quasi gemelli Yezale’el; ma negli Yezale’el questa grande accelerazione produce per lo più la voglia di surclassare chi hanno intorno: nei Miyhe’el, invece, esplode qui un bisogno di liberazione, come una rivalsa su tutto il tempo sprecato a conformarsi. È capitato, nella storia, che queste esplosioni miheliane abbiano avuto conseguenze enormi: con Martin Lutero, per esempio, con Voltaire, o con De Gaulle: tutti e tre divennero a un tratto impavidi liberatori da una qualche oppressione, e provocatori testardi e irresistibili, dopo un periodo più o meno lungo di sottomissione alla mentalità altrui. Decisero di cambiare il mondo, né più, né meno; e anche il Miyhe’el Robert Kennedy ci avrebbe sicuramente provato, se non lo avessero assassinato. La Miyhe’el Nadine Gordimer volle cambiare invece la struttura della mente colonialista: e ci mise tutto il suo cuore, inimicandosi il governo e buona parte del popolo sudafricano per le sue battaglie contro l’apartheid; il Miyhe’el René Magritte gioì per decenni nel portare avanti, rinnovandola di continuo, la liberazione surrealista dell’immaginazione. Quanto alla più celebre tra le Miyhe’el attrici, Jodie Foster, il destino volle che il suo film più memorabile fosse proprio Taxi Driver, in cui recitava la parte di una bambina prostituita, schiavizzata cioè in un ruolo sessuale non suo (e quale Miyhe’el non si riconoscerebbe un po’?): e la sua liberazione distrugge d’un tratto tutto il mondo a lei noto, e suscita gran clamore. Angelologicamente inappuntabile. In quale professione queste bombe a orologeria possono trovarsi maggiormente a proprio agio? facilmente, a loro sembrerà inadatta qualunque professione abbiano intrapreso prima della personale rivoluzione che devono fare. E qui le sorti dei Miyhe’el si dividono in due grandi gruppi: da un lato, quelli che si inventano un’attività nuova, una qualche improvvisa passione da coltivare dapprima nel tempo libero, e sulla quale poi costruire una fortuna. Dall’altro quelli che, per età, o vincoli vari, o magari per timore dello slancio che in loro sta crescendo, preferiscono tenersi aggrappati al loro lavoro sicuro. Questi ultimi, naturalmente, saranno ben presto i più inquieti: insoddisfatti, impazienti, irritabili, con nel cuore la sensazione di star perdendo ogni giorno qualcosa. Può accadere anche che le due sorti finiscano con il sovrapporsi: che dopo un periodo di entusiasmo innovativo un Miyhe’el torni cioè a frenarsi, e a frenare anche ciò che nel frattempo avrà messo in moto: è quello che avvenne a Lutero, nelle sue celebri retromarce dinanzi alle impennate più rivoluzionarie delle popolazioni da lui ispirate. Ma ne risulterà solo inquietudine e rimpianto. Meglio osare: rallentare in corsia di sorpasso non porta bene. Il Miyhe’el Carlo I d’Inghilterra, per esempio, non seppe né comprendere né assecondare i mutamenti che andavano maturando durante il suo regno, e nemmeno approfittare del colpo di fortuna che gli toccò dopo il suo primo arresto, quando riuscì, rocambolescamente (e mihelianamente) a evadere; tornò a opporsi alla marea montante della rivoluzione, e fu il primo monarca dell’Europa moderna decapitato sulla pubblica piazza. Ci sono tanti modi di decapitare se stessi e le proprie possibilità: abbiano riguardo, i Miyhe’el ridestati.
Qualità di Mihael e ostacoli dall'energia "avversaria"
Mihael concede l'armonia coniugale, la pace e l'unione fra gli sposi; dispensa il dono di buone percezioni e della chiaroveggenza. Le qualità che sviluppa sono capacità di suscitare amore, riconciliazione, pace e benevolenza fra gli altri; fedeltà, intuito, premonizioni fondate, fecondità (relativa alla prole e alle opere dell'ingegno), piacevoli evasioni; temperamento sentimentale, incline all’amore e ai piaceri, difesa della famiglia.
L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Amatiah e rappresenta l'infedeltà e la lussuria. Causa discordia, sterilità, incostanza, problemi coniugali e gelosia.
Meditazione associata al Nome: unità
La meditazione associata a Mihael si chiama "unità". L'insegnamento cabbalistico legato a questa meditazione è che cercare di essere in armonia con i nostri avversari non è un precetto morale, ma un'azione che ci giova al massimo grade conducendo dentro di noi una Luce permanente. Pur avendo punti di vista opposti, due avversari possono avere entrambi ragione, o almeno credono di averla soggettivamente; ma per ottenere i benefici spirituali che portano vera felicità, in presenza di conflitti, invece di imporre ciecamente la propria ragione, ciascuno dovrebbe cedere il passo alla ragione superiore dell'unità. Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: chiedo e ottengo la capacità di vedere, e comprendere, tutti gli aspetti dei problemi che mi si presentano: per l'energia di questo Nome mi focalizzo sull'unità e sull'anima, arginando le forze avverse della divisione e dell'egocentrismo.
Esortazione angelica
Mihael esorta alla pace e alla massima espressione delle proprie potenzialità in piena fiducia e solidarietà verso gli altri: perché noi siamo anche gli altri. L'unione fa la forza perché noi siamo, anche quando facciamo fatica a percepirlo, una cosa sola: ognuno di noi non è che una cellula nello stesso organismo. Ogni visione conflittuale è cecità, incapacità di vedere oltre le apparenze.
Giorni e orari di Mihael
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Mihael è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 24 febbraio, 8 maggio, 22 luglio, 4 ottobre, 15 dicembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.15.40 alle 16.00. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Mihael è il versetto: Notum fecit Dominus salutare suum, in conspectu gentium revelavit iustitiam suam (Sal. 98,2 - Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul piano dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice mem-yod-he risponde alla configurazione: "la Morte - la Ruota della Fortuna - il Papa", da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande rivolte da questi arcani: Chiede la Morte (trasformazione profonda, rivoluzione, chiusura di un ciclo): qual'è la mia ira? cosa deve morire in me? cosa devo lasciar andare? Chiede la Ruota (il ciclo del mutamento): che ciclo si è concluso, cosa devo cambiare? quali sono le mie opportunità? cosa mi aiuta? cosa sto ripetendo? quale enigma emozionale mi blocca? Chiede il Papa: cosa dice la Tradizione, la Legge? Che cosa comunico e con quali mezzi? Sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? Ho un ideale?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 18 e il 22 novembre. L'angelo Mihael appartiene al Coro degli Angeli Virtù guidato dall'Arcangelo Raffaele. Il segno dello Scorpione cade sotto il severo Arcangelo Camael, mentre la decade che qui interessa (13-22 novembre) è sotto il supremo Arcangelo Metatron.
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