Jabamiah, o Yabamiah, o Yabamiyah, è il 70esimo Soffio, sesto raggio angelico nel Coro lunare degli Angeli Angeli guidato dall’Arcangelo Gabriele, nel quale governa le energie di Venere. Il suo elemento è l'Acqua; ha domicilio Zodiacale dal 15° al 20° dei Pesci ed è l’Angelo Custode dei nati fra il 6 e il 10 marzo. I sei Angeli Custodi dei Pesci, collettivamente, fanno dei loro protetti creature di speciale sensibilità: grandi sognatori, ma non privi di senso della realtà, sono amabili, emotivi, ispirati, generosi, servizievoli e, quando sono realizzati, sanno sempre collaborare istintivamente, con ogni azione quotidiana, all'Opera Divina.
Il nome di Jabamiah significa “Verbo che produce ogni cosa”.
Il dono dispensato da Jabamiah è la TRASMUTAZIONE, o l'ALCHIMIA.
Jabamiah domina tutti i fenomeni di rigenerazione della natura e la procreazione; in ambito spirituale favorisce lo studio della filosofia e la diffusione di idee filosofiche proficue. Collaborando al potere dell'Arcangelo Gabriele, offre la sua energia a tutti coloro che intendono intraprendere un processo di rigenerazione, sostenendo il riavvicinamento a Dio e il ritorno alla Gioia. Questo angelo, che nel proprio Coro lunare rappresenta l’aspetto venusiano, è il più potente fra i Custodi, in quanto le energie di Venere sostengono tutte quelle della Colonna di Destra dell’Albero delle Sephirot, cioè dei turbini degli Arcangeli e degli Angeli. Da lì Jabamiah le proietta sulla realtà materiale dei suoi protetti. Secondo il Testo Tradizionale favorisce la riuscita di qualunque cosa concernente gli umani, gli animali, le piante e i minerali: è scritto, addirittura, che egli "può tutto, persino risuscitare i morti". Del resto si tratta di un'energia particolarmente legata proprio ai defunti: come Angelo della Giustizia è proprio quella incaricata di guidare i primi passi dell'anima che giunge nell’Aldilà. Dice Haziel che Jabamiah sparge fra gli uomini il seme dell'unione (il che rende particolarmente proficue le unioni fra uomo-donna o fra partner sul lavoro), e restituisce alla persona il prezzo del suo lavoro; stimola vivacemente i buoni rapporti con il prossimo, che diventa di conseguenza apportatore di opportunità singolarmente favorevoli. In particolare, per Jabamiah "una donna fruirà di introiti tramite i propri sforzi, i meriti trascorsi e la preghiera. Un uomo lavorando al servizio di una donna". Ma tutte le esperienze porteranno la persona a guadagnare anche sul piano materiale. Se questo non avviene, invocando l’Angelo è possibile sollecitare un credito, che a partire da quel momento verrà accordato.
Jabamiah secondo Sibaldi
Insieme a Haziy’el, dei Cherubini, e Phuwiy’el, dei Principati, Jabamiah è un altro Angelo dei Re. Secondo Sibaldi, di questi tre, "Yabamiyah è il più fantasioso e il più creativo; doni che potranno anche causare qualche problema ai suoi protetti. La creatività infatti è benefica in coloro che avvertano un forte bisogno di esplorare ciò che la loro ragione non comprende ancora, e che la loro coscienza non può ammettere di conoscere già: è inoltre un talento che si alimenta dell’approvazione altrui; il creativo, quale che sia il suo campo, è avido di attenzione, di pareri, di applausi. Ma chi è nato negli Angeli dei Re è ben oltre tutto ciò. Qualunque sia il livello delle sue conoscenze, lo Yabamiyah dispone di una sapienza che rischiara già ogni grado del suo orizzonte: si rende conto di vedere (d’improvviso, e a colpo sicuro) altrettanto bene in se stesso e negli altri, anche in ciò che gli altri credono di nascondere, o magari in ciò che non osano sperare. E questo gli dà una supremazia, regale davvero, che rende del tutto indifferente ai suoi occhi il fatto di venir approvato o meno; è lui, semmai, a dover decidere che cosa negli altri sia meritevole di approvazione o di biasimo: e gli Yabamiyah – proprio come gli Haziy’el e i Phuwiy’el – sono infatti nati apposta per criticare il mondo che li circonda, e non per farsene criticare". Ma ecco che "la creatività può rischiare seriamente di distrarli dal loro vero compito. Se la applicano all’arte, permetterà loro di produrre opere valide solo quando è sostenuta da una profondissima cultura (come fu per gli Yabamiyah Alessandro Manzoni o Maurice Ravel)". Negli altri casi, invece, i risultati potranno risultare sforzati o manierati, non alimentati da autentici contenuti. Allo stesso modo risultano spesso confusione e incertezza se essi provano ad applicare la creatività nelle loro scelte di vita. "Tipico degli Angeli dei Re è l’orizzonte perfettamente sgombro, senza illusioni né zone d’ombra, e dunque senza passioni, ambizioni, sfide. Ciò accresce enormemente la loro lucidità e il loro realismo, ma impedisce appunto alla creatività di trovare una direzione netta, in cui concentrarsi e agire. Il rischio, allora, è che tutto possa diventare, per loro, occasione di sperimentazione creativa: e che tutte le professioni e tutti i passatempi li attraggano – contemporaneamente – tanto quanto i colori attraggono un pittore, o i progetti un architetto". Può dunque succedere che, trovando tutto tanto invitante, gli Yabamiyah si ritrovino per lungo tempo confusi, paralizzati in ogni direzione dall’azione di forze uguali e contrarie. "È opportuno, perciò, che essi orientino le loro tendenze creative in un senso molto più vantaggioso, sia per loro stessi sia per gli altri. Il loro amore per la bellezza può placarsi in una dedizione alle opere o ai talenti altrui: gli Yabamiyah portati per la letteratura possono cioè diventare ottimi traduttori; quelli portati per la pittura geniali galleristi, critici o storici dell’arte; quelli portati per la musica perfetti organizzatori di concerti; quelli portati per il teatro o per il cinema magistrali registi, che da dietro le quinte guidino gli attori a dare il meglio di sé". In altre parole delle posizioni riparate che rispondano alla discrezione tipica della loro personalità, che all’impatto con il pubblico preferisce il raccoglimento, anche la solitudine, con grandi riserve di tempo libero tutto per loro, "con pochi, pochissimi amici ammessi a fare sporadica compagnia. Se invece l’amore per il bello non li ha ancora presi o momentamente non li prende più, e la loro creatività assume più avventurosamente le forme d’un desiderio di ciò che è nuovo, il modo migliore per trarne vantaggio sarà scegliere una professione legata ai viaggi. Si contano infatti tra essi grandi esploratori, antichi e moderni". Riguardo all’amore gli Yabamiyah non solo sono indecisi (talvolta anche nell'identità sessuale), "ma anche quando sembrano aver preso finalmente una decisione, hanno sempre l’aria di chi ogni giorno ci voglia ripensare. I loro compagni non notano in loro i segni distintivi della passionalità, o perlomeno non hanno mai l’impressione che l’amore – anche soltanto di quando in quando – possa contare per loro più di qualche altra cosa. Ed è vero: per gli Yabamiyah non c’è nulla che conti più di qualcos’altro, e il tutto – l’orizzonte, appunto – è per loro sempre più importante di ogni sua singola parte. Ciò può determinare nella loro vita sentimentale lunghi periodi di solitudine, o di incertezza e confusione, ed è difficile dire che cosa sia più insoddisfacente. Molto meglio che si facciano forza e tentino, nonostante tutto, di impegnarsi costruttivamente in una relazione sola; troppo grande è infatti per loro il rischio di disgregazione della personalità: di assumere cioè (per eccesso di creatività, di nuovo) tanti volti diversi quanti sono i loro legami, e di non sapere proprio più chi e dove sono davvero".
E' dunque qui che la "visione profonda" corre in aiuto come uno dei più preziosi doni di Jabamiah: non per niente il geroglifico del suo Nome rivela il significato "Io considero le cose nel loro insieme".
Qualità di Jabamiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Jabamiah sono trascendenza, lungimiranza, capacità di purificazione, agire corretto, miglioramento costante. L'Angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Grasémin e rappresenta le elucubrazioni mortifere. Ispira ateismo, materialismo, la tendenza a lasciar correre in senso negativo, sfiducia, cattiva alimentazione, disordini alimentari, bulimia.
Meditazione associata al Nome: intuire il disegno nascosto
La meditazione associata a Jabamiah si chiama "riconoscere il disegno che si cela dietro al Caos". Secondo la Kabbalah, infatti, questo Nome fornisce lo strumento meditativo più efficace per ottenere la visione profonda da cui si apprende che esiste una ragione per qualunque cosa accade: il caso non esiste; il caos è un'illusione.
Meditazione: ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: se mi assale il panico e sentimenti di dubbi o di fallimento, so che il potere di queste lettere rivela l'ordine che si cela dietro l'apparenza del Caos. Per questo Nome io vengo illuminata sul progetto del Creatore così come pertiene al mio scopo in questo mondo e ai problemi che devo affrontare.
Esortazione angelica
Jabamiah esorta ad osservare e ascoltare i propri avversari e coloro che disapproviamo, sapendo che proprio loro ci possono rivelare se ci vediamo bene, fornendoci una sorta di specchio di ciò che dobbiamo espellere nella nostra stessa natura: perché le loro debolezze sono anche le nostre.
Giorni e orari di Jabamiah
Se sei nato nei giorni di reggenza di questo angelo, Jabamiah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 6 gennaio, 18 marzo, 31 maggio, 14 agosto, 26 ottobre; ed egli governa, ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h. 23.00 alle 23.20. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera rivolta specificamente a Jabamiah è il 1° versetto della Genesi: "In principo creavit Deus caelum et terram". (Gen.1,1 - In principio Dio creò il cielo e la terra).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul solo piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. Mentre le lettere ebraiche si leggono da destra a sinistra, però, i corrispondenti Tarocchi vanno letti da sinistra a destra. In questo caso, dunque la radice (yud beth mem) di questo Nome (invertendo la posizione delle lettere della radice) risponde alla configurazione: "La Ruota - la Papessa - la Morte". Da qui discende una riflessione interiore che nasce dalle domande poste da questi arcani: chiede la Ruota (il ciclo del mutamento): che ciclo si è concluso, cosa devo cambiare? quali sono le mie opportunità? cosa mi aiuta? cosa sto ripetendo? quale enigma emozionale mi blocca? chiede la Papessa: (gestazione, accumulo) che cosa nascondo? cosa sto accumulando? cosa devo studiare? in quali rapporti sono con mia madre? chiede la Morte (trasformazione profonda, rivoluzione, chiusura di un ciclo): qual'è la mia ira? cosa deve morire in me? cosa devo lasciar andare?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 6 e il 10 marzo. L'angelo Jabamiah appartiene al Coro degli Angeli Angeli guidato dall'Arcangelo Gabriele.Questa decade in particolare (1°-10 marzo) è governata dall'Arcangelo Kamael, mentre il segno dei Pesci nel suo complesso cade sotto il potente influsso dell'Arcangelo Metatron.