Angeli - Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita (l’autore di questo trattato viene chiamato così poiché lo ha scritto fingendo di essere Dionigi l’Areopagita) sono il nono e ultimo coro, facenti parte del terza gerarchia (quella preposta alla vigilanza umana). Il loro compito è di fare da messaggeri tra Dio e l’uomo, di cui ne sono custodi e guardiani.
Angeli della creazione - Nel Libro dei Segreti (testo apocrifo attribuito al patriarca antidiluviano Enoch), sono un ordine angelico, la cui sede è il sesto cielo, comandato da sette nobili angeli. Per sapere i loro compiti, leggere il capitolo XIX di tale libro, ivi riportato: [1] Gli uomini mi sollevarono di là e mi fecero salire al sesto cielo. Là vidi sette angeli radunati, brillanti e gloriosi molto e i loro visi risplendevano come un raggio di sole; non c'è differenza di viso o di dimensione o di variazione dei vestiti. [2] Questi regolano, insegnano il buon ordine del mondo, il corso delle stelle, del sole e della luna [3] agli angeli che li guidano e agli angeli dei cieli e mettono armonia in tutta la vita celeste. Regolano anche i comandamenti e le istruzioni e la dolce voce dei canti e ogni lode di gloria. [4] (Ci sono) angeli che sono sopra le stagioni e gli anni, angeli che (sono) sui fiumi e sui mari, angeli che (sono) sui frutti e l'erba e tutto ciò che ferve (di vita) [5] e angeli di tutti i popoli. Essi regolano tutta la vita e (la) scrivono davanti al volto del Signore. [6] In mezzo a loro (ci sono) sette Fenici, sette Cherubini e sette (angeli) con sei ali che risuonano l'un l'altro con una sola voce e cantano l'un l'altro. Non é possibile raccontare il loro canto e il Signore gioisce di quelli che sono sotto i suoi piedi.
Angeli gemelli - Secondo la Qabbalah, la tradizione rabbinica e la mitologia ebraica esistono angeli che sono fratelli gemelli; alcuni di loro sono: Af & Hemah, Metatron & Sandalfon, gli Irin Qaddisin e i Qaddisin.
Angeli della Merkabah - Nella Apocalisse di Enoch (testo apocrifo del II d.C. attribuito all’omonimo patriarca antidiluviano) sono un gruppo di otto angeli con un ruolo superiore a quello di Metatron e dei sette arcangeli in quanto servitori diretti di Dio; formano la più alta corte di giustizia del cielo, alla quale spetta decidere l’entrare di un’anima in Paradiso. Di tale gruppo possiamo fare alcuni nomi: Soqedhozi, gli Irin Qaddisin e i Qaddisin.
Angeli neri - Epiteto per indicare, specialmente nella cultura islamica, gli angeli decaduti.
Angeli della Presenza - Nel Libro delle Parabole di Enoch così vengono chiamati i quattro angeli più importanti del cielo (prima della trasformazione dello stesso Enoch), ovvero Michael, Raphael, Gabriel e Phanuel: sono coloro che hanno il privilegio di vedere interamente il volto del Signore e quindi stanno sempre (o quasi) in Sua presenza. Con questo nome sono chiamati tutti quegli angeli che abbiano tale privilegio. Vedi pure i sette angeli.
Angeli dello Zodiaco (dal greco zwdiakos, cioè zodiacòs: piccola immagine di animale) - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) sono un gruppo di 14 angeli che presiedono le porte tra noi e il cielo; oltre il proprio angelo custode sono gli angeli più vicini all’uomo.
Angelo (dal greco aggelos, ovvero angelòs: messaggero) - Parola derivata dal sanscrito angiras (= spirito divino) e dal persiano angaros (= messaggero); in ebraico mal'akh (= messaggero), da cui deriva la parola araba malak (= messaggero). Nell’uso popolare, un angelo di solito denota un essere sovrannaturale, il quale è una via di mezzo fra Dio e l’uomo: tale concetto è esattamente ciò che la fede cristiana, islamica ed ebraica insegna sugli angeli. Nella cultura greca un tale essere era chiamato daimwn, cioè daimon, e un esempio di questo che lo dà Platone quando nel Simposio parla di Erws, di Amore descrivendolo come "intermedio tra il divino e il mortale...un demone" (Simposio, 202 d 11-13). Agostino dice a riguardo degli angeli: Angelus officii nomen est, non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est [= la parola angelo designa l'ufficio, non la natura; se si chiede il nome di questa natura si risponde che è spirito, se si chiede l'ufficio, si risponde che è angelo] (Commento sui Salmi: 103,1-15). Nei primi secoli del cristianesimo il termine angelo indicava sia gli angeli fedeli a Dio sia quelli ribelli a Lui, come si può leggere in Apocalisse XII, 7 di Giovanni; è da Agostino in poi che assume l’odierno significato. Nel canto XXIX del Paradiso di Dante, la natura dell’angelo è così descritta: è un puro spirito creato il primo giorno dell’universo, è incapace di peccare e non può essere tentato in alcun modo, ha una volontà e un intelletto (che è la capacità di capire e comprendere) proprio ed unico, ma non è dotato di memoria perché vede ogni cosa contemplando semplicemente il suo creatore. Su questo argomento, Abu l’Ala Maududi, autore del libro Conoscere l'Islàm, afferma che: Muhàmmad (...) ci ha informato che gli esseri spirituali, i quali sfuggono alla nostra percezione e che vengono considerati divinità, dei o figli della Divinità Suprema, sono in realtà i Suoi Messaggeri. Essi sono sotto la Sua autorità e sono così obbedienti che non possono scostarsi in nulla dai Suoi ordini ed Egli li impiega per amministrare il Suo Regno. Essi compiono esattamente e scrupolosamente quanto è stato loro ordinato e non hanno alcuna autorità per decidere la benché minima cosa di loro iniziativa; essi non possono presentare ad Allah alcun progetto di loro invenzione; non sono nemmeno autorizzati ad intercedere presso di Lui per gli uomini. Adorarli e sollecitare il loro aiuto è degradante ed avvilente per l'uomo. Infatti, il primo giorno della creazione, Allah li ha fatti prosternare davanti ad Adamo, al quale ha accordato una conoscenza più estesa della loro e, mettendolo al di sopra di loro, ha fatto di Adamo il Suo rappresentante sulla terra.
Angelo custode - Nella teologia cattolica, alla nascita, ogni persona viene affidata alla cura di un angelo che cercherà di proteggerla e di guidarla verso il bene. Ai primi albori del cristianesimo tale idea era già accettata come si legge in Atti XII 1-17. Nella Summa Teologia (q. 113, Prima Parte) Tommaso D’Aquino interviene sulla disputa, già iniziata al tempo di Origene, se l’angelo custode sia concesso a tutti o soltanto ai battezzati, schierandosi con la prima istanza. Nella religione musulmana, gli angeli custodi sono denominati hafazah, essi sono ben quattro per ogni persona (due per il giorno e due per la notte) e loro compito è di scrivere su uno libro tutto ciò che ogni persona ha compiuto in vita (sia di buono che di cattivo). In Matteo XVIII 10 si allude a loro, quando Gesù, parlando dei bambini, dice: Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Angelo della Giustizia - Per il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è l’arcangelo Zadqiel.