Haziel, o Haziy’el è il nono Soffio e primo raggio angelico nel Coro uraniano degli Angeli Cherubini guidato dall’Arcangelo Raziel, nel quale governa proprio le energie di Urano.
Il suo elemento è la Terra; ha domicilio Zodiacale dal 10° al 15° del Toro ed è l’Angelo Custode dei nati fra il 1° e il 5 maggio.
I sei Angeli Custodi del Toro, collettivamente, fanno dei loro nati persone serie, responsabili, gradevoli e meritevoli di fiducia; inoltre accordano loro la sicurezza materiale.
Il nome di Haziel significa "Dio misericordioso"
Il dono dispensato da Haziel è l'INDULGENZA
Haziel era l'angelo di nascita di François Bernard Termés, noto teologo angelologo che firmò poi tutti i suoi libri proprio con questo pseudonimo. Termés-Haziel dice che questo angelo è una sorta di "love machine", cioè un ente incessantemente emanante amore e amicizia, grazie al quale possiamo amare e farci amare, e per il cui tramite ogni colpa è perdonata. Grazie al suo dono, il nostro Karma può venire rapidamente rinnovato e alleggerito. Quando lo preghiamo e lo invochiamo la sua energia può risolvere gli eventi angosciosi ed inquietanti. Secondo Haziel per intercessione di questo angelo i suoi protetti incontreranno nella vita "padrini" e "madrine" che, provando verso di loro vivi sentimenti di amicizia ed affetto, li faciliteranno e aiuteranno nelle vicende umane. Le occasioni provvidenziali si manifesteranno continuamente, a condizione di cercare sempre e ovunque la riconciliazione (il riavvicinamento) e non la lotta, la disputa. Tramite l'invocazione ad Haziel sarà sempre possibile ottenere, purché per buoni scopi, l'amicizia sincera di personaggi influenti, la riconciliazione con persone offese, il perdono e anche l'oblio definitivo delle manchevolezze e degli errori.
Haziel secondo Sibaldi
Osserva Sibaldi che Haziy’el è uno dei tre Angeli dei Re; ce ne sono altri due molto simili a lui: Phuwiy’el, in dicembre, e Yabamiyah, in marzo. Confrontandoli si scoprirà che nel Cherubino Haziy’el le qualità regali appaiono nel loro aspetto più luminoso e generoso: i suoi protetti si direbbero (per chi crede nella reincarnazione) reduci da cinque o sei vite da rajah, perfettamente sazi di ricchezza, successo, potere: indifferenti alla carriera, annoiati dalle competizioni, equilibrati, saggi e soprattutto esperti – espertissimi, anzi – dell’animo umano, dotati di una tale capacità di autoconoscenza da essere immuni dalla benché minima illusione su se stessi, e di conseguenza anche su chiunque altro. È sufficiente, infatti, trascorrere anche soltanto un breve periodo in compagnia di un Haziy’el conscio delle proprie doti per accorgersi di come le altre persone, chi più chi meno, abbiano sempre nella propria personalità lati oscuri e ciechi, nei quali e dai quali non si riesce a vedere nulla di attendibile: in quei lati ciascuno di noi nasconde i propri punti deboli, le paure, gli odî; e ogni nostro sforzo di affermarci nella vita, di ampliare in un qualsiasi modo il nostro campo d’azione, nasconde in realtà il bisogno (inconscio, ma neanche poi tanto) di ridurre almeno un po’ quelle zone buie che ci limitano l’orizzonte. Negli Haziy’el, invece, tutto questo sembra appartenere a un lontano passato: sono liberi, ovunque limpidi, fin dalla nascita sovrani al centro del loro mondo… e, sì, privi di obiettivi personali, ma per loro ciò non rappresenta alcun problema, dato che così come sono stanno benissimo. L’unico serio errore che possano commettere è, semmai, di lasciarsi influenzare da qualcuno meno evoluto di loro. Si guardino bene, gli Haziy’el, dall’ascoltare troppo critiche e consigli! Il loro compito consiste piuttosto nel contrario: sono venuti al mondo per consigliare, e non vi è nessuno che sappia cogliere meglio di loro i difetti di un qualsiasi nostro progetto – le carenze, cioè, determinate dai nostri punti oscuri – e indicarci il modo per correggerli. Come re e regine (professioni oltretutto esenti da carriera) sarebbero perfetti: non sbaglierebbero nella scelta dei ministri, approverebbero i disegni di legge migliori e aiuterebbero a modificare gli altri, terrebbero nel giusto equilibrio tutte le forze del loro stato, e avrebbero anche – dono fondamentale per un monarca – la capacità di farsi amare e obbedire volentieri, per la naturalezza con cui saprebbero portare il lustro della propria indiscussa superiorità. Non per nulla furono Haziy’el l’imperatore Giustiniano e Caterina II di Russia, tanto adorata dal suo entourage di consulenti intelligenti e arditi. Non fu re, ma fu grandioso teorico del buon governo l’Haziy’el Niccolò Machiavelli, che nel suo modesto incarico di segretario di corte scrisse quelli che ancora oggi sono i più lucidi trattati sulla leadership e l’esercizio del potere. E non era certamente monarchico, ma fu altrettanto limpido e vasto nella filosofia della politica, della società e dell’economia, l’Haziy’el Karl Marx. Se non le temono, gli Haziy’el possono trovare facilmente il modo di adoperare queste loro grandi doti anche al giorno d’oggi, in attività più consuete: possono per esempio essere dei Giustiniani o delle Caterine a casa propria, guidando la propria famiglia con altrettanta sapienza; oppure dei Machiavelli in un’azienda di consulenza o di pubblicità (pur non sapendo fare carriera loro stessi, sono ottimi nel favorire l’ascesa di altri); o dei Marx nella scuola in cui insegnano. Non hanno talento creativo, non sentono cioè alcun bisogno di ricorrere all’arte per indagare la propria anima e quelle altrui, dato che le sanno radiografare al primo colpo d’occhio: evitino perciò tranquillamente quel genere di ambizioni. Come conoscitori e critici d’arte, invece, sarebbero perfettamente a loro agio. Ma quel che più conta e brilla in loro, ovunque la sorte li abbia portati a lavorare, è l’atmosfera di fiducia, di sicurezza e serenità che sanno diffondere intorno: anche soltanto il fatto che non si sentano mai in concorrenza con nessuno (e come potrebbero? Sono re!) garantisce loro una posizione centrale e irradiante, ed è impossibile non accorgersene e non sentirsene affascinati. Tutto ciò sempre a condizione che gli Haziy’el sappiano essere se stessi, all’altezza della propria eccezionalità. Quanto agli svantaggi di quel loro orizzonte tanto sgombro, sono da cercarsi soprattutto negli affetti: come anche i protetti degli altri due Angeli dei Re, gli Haziy’el non sono portati alla passione. Non è che non credano al grande amore, ma si sa: se non proprio cieco, l’amore è gravemente miope e ci guadagna a vedere solamente qualche dettaglio della persona amata, così da potersi inventare tutto il resto; gli Haziy’el invece ci vedono benissimo, e insieme ai pregi individuano subito, in chiunque, gli inevitabili limiti e difetti. Possono quindi sognare, di tanto in tanto, il partner ideale, ma non lo trovano quasi mai, a meno che non abbiano la fortuna di imbattersi in un Haziy’el tale e quale a loro. Alcuni, quando hanno bisogno di esercitare il cuore, se la cavano provando a innamorarsi perdutamente di qualcuno che abiti lontano e che si possa incontrare solo di rado: la distanza, almeno per qualche tempo, ha il pregio di lasciare più libero corso all’immaginazione. Altri tentano la soluzione che scelse la grande Caterina: compensano cioè le carenze della qualità con la quantità delle persone amate, riempiendo molto il proprio carnet; ma a lungo andare è sconsigliabile, genera ansia, e obbliga alla menzogna, che agli Haziy’el non piace. Meglio sarebbe, per loro, accantonare del tutto l’idea del grande amore, e scegliersi un compagno che da ogni punto di vista sia il più adatto possibile, agli occhi più della ragione e della prudenza che del cuore: e una volta scelto, prendersene cura e guidarlo, come un re farebbe con un primo ministro. Lo si potrà sempre licenziare, eventualmente, ed esaminare altre candidature.
Qualità di Haziel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Haziel sono temperamento sincero, amichevole e conciliante, pronto al perdono, capace di aiuto e compassione, lucidità mentale, obiettività, disinteresse materiale. L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Chochariel e rappresenta il rancore e la vendetta. Rende ipocriti, egoisti, fomenta i dissapori e astio nelle relazioni. Ispira odio, inganno, lotte fra fratelli.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata ad Haziel angelo si chiama "influenze angeliche"; il suo Nome infatti mette in connessione con la rete degli angeli. Gli episodi di "sfortuna" si possono anche leggere come influenze di forze angeliche negative o "avversarie" che, a loro volta, vengono catalizzate dall'energia di nostre azioni egoiste o intolleranti. Allo stesso modo le forze positive, che si traducono in gioia nella nostra vita, vengono attivate con azioni e parole di tolleranza, compassione e autocontrollo dell'ego.
Meditazione: ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: per il potere di questo Nome, io posso rimuovere gli angeli negativi e le loro influenze caotiche nel mia vita; si accendono invece il supporto e l'assistenza degli angeli positivi.
Esortazione angelica
Haziel esorta a perdonare: l'indulgenza può essere molto difficile e proprio per questo è importante chiedere le forze per riuscire a farlo; ogni volta che ci riusciamo a perdonare qualcuno, o qualcosa, miglioriamo prima di tutto e soprattutto la nostra stessa vita.
Giorni e orari di Haziel
Se sei nato nei giorni di reggenza di questo angelo, Haziel è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 17 gennaio, 29 marzo, 11 giugno, 26 agosto, 6 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h. 2.40 alle 3.00. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera rivolta specificamente a Haziel è il versetto "Ricordati, Signore, del tuo amore e misericordia che da sempre esistono" (Reminiscere miserationum tuarum, Domine, et misericordiarum tuarum quoniam a saeculo sunt. Sal. 25,6).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul solo piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. Mentre le lettere ebraiche si leggono da destra a sinistra, però, i corrispondenti Tarocchi vanno letti da sinistra a destra. In questo caso, la radice del Nome Hé - Zayin - Yod risponde alla configurazione:
Il Papa - il Carro - la Ruota della Fortuna
da cui la riflessione interiore che nasce dalle domande poste da questi arcani:
chiede il Papa: (l'ideale, il ponte, il mediatore) cosa comunico agli altri e con quali mezzi? ho un ideale? chiede il Carro: dove vado e da dove vengo? qual è il mio veicolo (per esempio: la scienza, una religione, il mio corpo..)? Qual è la mia azione nel mondo? chiede la Ruota (il ciclo del mutamento): che ciclo si è concluso, cosa devo cambiare? quali sono le mie opportunità? cosa mi aiuta? cosa sto ripetendo? quale enigma emozionale mi blocca?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 1° e il 5 maggio. L'angelo Haziel appartiene al Coro degli Angeli Cherubini guidato dall'Arcangelo Raziel. ' Questa decade in particolare (1°-10 maggio) e il segno del Toro nel suo complesso cadono entrambi sotto l'influenza del dolcissimo Arcangelo Haniel.
Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Haziel. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.