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 Caratteristiche di Lauviah (2)

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MessaggioTitolo: Caratteristiche di Lauviah (2)   Caratteristiche di Lauviah (2) Icon_minitimeSab Feb 25, 2012 7:50 am


Lauviah 2 è il 17esimo Soffio e il primo raggio angelico nel coro saturnino degli Angeli Troni; qui amministra le energie di Urano. E' qui indicato come "Lauviah 2" perché omonimo di un Angelo Cherubino di maggio; e come lui è detto anche La’awiyah, o Leuviah, o Luviah. Perciò per distinguere fra queste due Energie si dirà Lauviah 1 e Lauviah 2, oppure Lauviah Cherubino e Lauviah Trono.
Il suo elemento è l'Aria; ha domicilio Zodiacale dal 20° al 25° dei Gemelli ed è l'Angelo Custode dei nati dall'11 al 16 giugno. I sei Angeli Custodi dei Gemelli, collettivamente, ispirano ai loro nati il bisogno di comunicazione, facilitano la loro lieta riuscita in questo campo- rendendoli così potenziali seminatori di pace e di unione - e proteggono tutti coloro che comunicano e si occupano di trasmettere dati informativi.
Il nome di Lauviah significa “Dio ammirevole”
Il dono dispensato da Lauviah è la RIVELAZIONE
Secondo Haziel il Lauviah-Trono esprime potentemente l'energia uraniana nel "quadro cristallizzato" formato da Saturno, e pone la persona in un ambito di attività improntate alla massima elevazione: realizza la funzione di interiorizzazione del Pensiero, dischiude una visione armoniosa del Cosmo ed esorta a fare uso pratico di tutto ciò che funziona secondo le Leggi Celesti. E' un angelo molto dolce e la persona nata sotto la sua influenza ha grande affettuosità e mitezza di carattere; inoltre un forte temperamento artistico e amerà musica, letteratura, filosofia e poesia. Lauviah aiuta a superare gli ostacoli; concede amici fidati, custodisce il riposo notturno, dà rivelazioni in sogno, dona capacità di ripresa dalle malattie, allontana la tristezza e i tormenti dello spirito. Infatti, come dice Haziel, egli appartiene al gruppo delle 22 Potenze Celesti per le quali non esiste né malattia incurabile né fallimento, che hanno la missione di restaurare quanto è ferito o malato nel mondo, di ridare salute e gioia di vivere agli esseri umani. Tra tutti gli Angeli essi dispongono di un surplus di forze, per così dire, che ciascuno attinge da una delle 22 lettere-forze dell'alfabeto sacro. (...) e sono alla nostra portata grazie alla preghiera, al nostro servizio grazie all'amore. Come abbiamo detto, i Lauviah sono 2: questo dolcissimo Trono e il suo omonimo Cherubino (l'Angelo 11): a questo proposito, sempre Haziel esorta i protetti Lauviah-Trono a pregare entrambi gli Angeli Lauviah. Infatti, affidandosi al proprio angelo la persona potrà vivere in uno stato di costante esaltazione e gioia di vivere; inoltre potrà possedere il Sapere: ma per esprimerlo dovrà attivare anche il Lauviah Cherubino, invocandolo per mezzo della Preghiera; altrimenti il suo sapere, restando chiuso nella sua interiorità, finirà per svanire.
Il Lauviah Trono è considerato l'Angelo delle notti bianche; quello che conduce nella giusta direzione. Il suo gemello Cherubino è invece considerato l'Angelo della Folgore. Secondo la Kabbalah sono tre versetti dell'Esodo (ciascuno composto da 72 lettere), che celano il codice dei 72 Nomi di Dio; e precisamente i versetti 19, 20 e 21 del capitolo 14. Riguardo al trigramma di questo Nome la prima lettera Aleph (che è la decima lettera del versetto 19; dunque una lettera del nome divino Elohim - che in ebraico sono: aleph, lamed, he, yod, mem), ci dice che l'Eterno ci è propizio se ci lasciamo istruire, e accettiamo che, attraverso il Lamed, sia liberata la nostra forza. Il lamed rappresenta il pungolo con cui si fa avanzare il bove, l'aleph il bove stesso, la vav è il gancio con cui lo si trattiene; perciò, nel rebus formato dal trigramma, questi segni danno l'idea di far avanzare il bove tenendolo sotto controllo. Lauviah è la roccia a cui ci si può appoggiare e insieme l'elemento che purifica la nostra interiorità (Interpretazione Muller-Baudat).
Lauviah secondo Sibaldi
Abbiamo già visto che questo Angelo è l'unico ad avere un "angelo gemello": il Lauviah che presiede ai nati tra l’11 e il 15 maggio. Avendo lo stesso nome di Dio, essi hanno anche funzioni simili. Sono entrambi "Angeli della soglia", benché l'uno tra i poderosi Cherubini, l'altro fra i leggeri e amorevoli Troni.
Sibaldi li ricollega giustamente ai Dioscuri, ricordando che Egizi e Greci vedevano una coppia di gemelli celesti sul confine delle sfere più alte: i «divini fanciulli» Castore e Polluce (o Dioscuri). E ad essi attribuivano lo stesso compito che hanno i due La’awiyah ebraici: cioè la costruzione e la custodia di ponti tra il visibile e l’invisibile (...) Sempre vicini, benché il primo fosse mortale e dunque più vicino alla terra, e il secondo immortale e tutto celeste; per gli egizi erano i due figli del Dio supremo Ra: S’u, il dolce signore dell’aria, e Tefnut, simile a una fiamma che può d’un tratto divampare e sgomentare. Il La’awiyah di maggio si direbbe più affine a Tefnut: la lettera aleph, nel suo Nome, esprime soprattutto forza inesauribile, mentre nel La’wiyah di giugno l’aleph è piuttosto un’immagine dell’intensità e profondità degli affetti. Ma i due La’awiyah in qualche modo si integrano a vicenda: i protetti di entrambi hanno accesso agli stessi doni, così come entrambi condividono i rischi che tali doni comportano. Sempre Sibaldi dice che primo compito dei La’awiyah è capire che il loro io può abitare la comune realtà solo in parte: essi sono, sempre, anche altrove; la loro mente, i loro talenti e le loro aspirazioni appartengono in larga misura, appunto, all’Aldilà, a quel versante dell’universo, cioè, in cui tempo e spazio hanno altre leggi, e l’intuizione corre più rapida e fa scoprire cose strane. A un certo punto della loro vita i La’awiyah potranno, per esempio, accorgersi tutt’a un tratto di sapere cose che non hanno mai imparato, o di ricordare avvenimenti che non hanno vissuto.
Perciò sarà essenziale per loro fare attenzione a non cadere in credenze superstiziose, né in resistenze ateistiche altrettanto rigide, con cui molti si difendono dai misteri. Per la loro realizzazione i Lauviah devono accettare questa meravigliosa dote, che se non coltivata lascia la loro esistenza monca, senza scopo e senza gioia, con la perenne impressione di essere in ritardo, di essere attesi da qualche parte, da qualcuno che, chissà perché, non si fa mai vivo. (...) rimpiangono così situazioni e figure perdute per sempre. Ma non è vero: credono di sognare e rimpiangere, e sono solo maschere della loro esitazione. Non appena superano, invece, quella soglia tra "Aldiqua" e "Aldilà", nella loro vita irrompe l’abbondanza, e in ogni senso. Può avvenire in molti modi, non necessariamente per teologia o medianità: per alcuni quel superamento assume forme più concrete, magari un trasferimento all’estero, la passione per l’archeologia o per la psicologia del profondo. Varcato uno qualsiasi dei confini "che per loro ha sempre un travolgente valore simbolico, i La’awiyah cominciano non soltanto a sentirsi liberi e interi, ma si ritrovano proprietari di splendide qualità pratiche, indispensabili per ottenere successo e per goderne: versatilità, intuito, fascino, grande voglia di lottare per affermarsi, allegria, coraggio e in particolar modo un’espansività, una luminosa capacità di provare amore per la gente e di comunicarlo apertamente. Quando invece non osano, anche a loro capita che quelle che sarebbero state le loro ottime qualità si manifestano sottoforma di opprimenti difetti che incarnano l'esatto contrario delle loro potenzialità. Un rischio scongiurato dai La’awiyah che decidono di affrontare il Mistero e diventare dei ricercatori: quando questo avviene, in qualunque modo lo facciano, purché al servizio di una buona causa, la loro vita comincia davvero a splendere e a irradiare la sua luce sugli altri - perché ricercare (e irradiare) è la loro vocazione; non per niente il Nome di Lauviah cela il concetto: Attraverso l’aleph io supero il confine. Angeli della Soglia tanto quanto i loro gemelli di maggio, i La’awiyah di giugno appaiono al tempo stesso più portati all’interiorità, da un lato, e più generosi, dall’altro. Se cercano il successo, non è tanto per amore del mondo, quanto piuttosto per il loro grande bisogno di essere amati: invece di imporsi, preferiscono sedurre, puntare dritto al cuore degli altri – come se in qualche modo parlassero sempre un po’ sottovoce, e passando subito al «tu», a differenza dei La’awiyah cherubinici, che danno il meglio di sé quando usano il «voi» collettivo. Far innamorare, per i protetti di questo Trono, significa anche e soprattutto scoprire e far scoprire ai loro corteggiati ciò che il cuore nasconde, le possibilità, i sogni che la mente di solito trascura, o che ha scordato. E proprio lì i La’awiyah trovano la loro specialità: l’Aldilà individuale, i mondi e i poteri, anche, che ognuno di noi ha dentro di sé. E diventare guide in quei territori invisibili è infatti il loro compito, come se in quell’Aldilà avessero la loro patria, e nel mondo consueto si sentissero invece sempre un po’ all’estero. Indubbiamente, è la Soglia a decidere la loro vita. Finché non si accorgono della loro capacità di varcarla, i La’awiyah sono soltanto un’ombra infelice di se stessi, inseguono miraggi e possono fallire in tutto. In che cosa comincino a vederla non ha molta importanza: mistica, psicologia, emigrazione, studi di epoche o culture lontane, esoterismo, quinte di teatro, esplorazione dei fondali dell’oceano o magari clandestinità, contrabbando… Tutto ciò può servire a farli accorgere della loro passione per l’Oltre. Ma qualunque forma la Soglia assuma per loro, i La’awiyah di giugno riescono a varcarla solamente per amore: o per amore di chi la supera con loro, allievo o maestro che sia, o per amore di ciò o di chi incontreranno al di là di essa. In questo, il La’awiyah Dante Alighieri li rappresenta appieno, con il viaggio che poté intraprendere nell’Invisibile solo grazie all’affetto di Virgilio e alla profonda passione che lo legava a Beatrice. Molti Lauviah creano nella loro vita coppie d'amore, capaci di far scaturire le loro migliori tensioni: da Che Guevara (con Fidel Castro) a Stan Laurel (con Oliver Hardy), perché "da soli, o per amore soltanto di sé, i La’awiyah di giugno non si destano mai. È sempre per amore, del resto, che solitamente esitano a lungo prima di poter sconfinare. Sono trattenuti dal legame con chi li ama (o con chi credono che li ami) nell’Aldiqua; non vogliono deludere o contrariare nessuno: e poiché le persone che temono l’invisibile o che lo ritengono un’assurdità sono sempre la maggioranza, i La’awiyah di giugno possono trascorrere interi decenni cercando di adeguarsi. Devono scuotersi invece, e imparare a disobbedire. Non possono crescere altrimenti. All’inizio, per loro, è in genere difficilissimo (con la loro fame di affetto stabiliscono infatti pesanti dipendenze), ma dopo qualche sforzo finiscono regolarmente con il prenderci gusto, e fanno spesso della disobbedienza uno dei principali motori del loro agire. Allora gioiscono nell’opporsi non solo a coloro da cui prima si lasciavano dominare, ma anche a qualsiasi luogo comune, o dogma, o certezza che abbia un minimo di ufficialità. Possono essere sostenitori di indipendenze, come W.B. Yeats; resistenti interiori, come Anna Frank; comici inesorabili, come Alberto Sordi; oppure terroristi, come Bin Laden. Comunque, scoprire la propria capacità di opporsi è parte integrante della loro vocazione di guide e, una volta scoperta, può scattare in essi una gran voglia di dimostrare al mondo che non ci si deve accontentare di troppo poco, di scovare i limiti proprio per infrangerli. Loro impresa prediletta diviene allora la scoperta dei più profondi misteri. Conclude Sibaldi dicendo i nati Lauviah hanno tutti un’anima da oceanografi, come Cousteau, che nacque il 13. Secondo la tradizione ebraica, erano del segno dei Gemelli il patriarca Giacobbe e suo figlio Giuseppe: veggente celestiale il primo e celeberrimo interprete di sogni il secondo. Io non esiterei a collocare almeno il secondo tra i La’awiyah di giugno: il sogno, le geografie di mondi superiori o degli strati dell’inconscio, la medianità e lo sciamanismo sono campi in cui questi disobbedienti potrebbero facilmente specializzarsi, e così pure le forme più eretiche di teologia, le nuove branche della fisica o l’astronomia. Certo, con quella loro voglia di affascinare e guidare possono talvolta strafare – come appunto accadde a Giuseppe. Se, per esempio, eccedono nella seduzione, è facile che si perdano in un groviglio inestricabile di relazioni; se esagerano nel diffondere le loro idee, capita che li si ritenga arroganti, presuntuosi, insolenti; se si lasciano prendere la mano dalle loro insubordinazioni esemplari, possono perdere ogni credibilità – e non sempre la loro aria giocosa e infantile riesce a salvarli. Ma il pericolo più grande, per loro, è che torni a indebolirsi quel coraggio della disobbedienza che avevano tanto faticosamente conquistato. Allora è la fine. Può avvenire che comincino, magari senza accorgersene, a obbedire troppo a se stessi, al ruolo che si sono creati – e allora diventano ripetitivi e patetici. Oppure si impigliano in superstizioni, compulsioni, fobie di cui è difficilissimo, poi, liberarsi. O infine, vogliono imporre ad altri obbedienze nel senso tradizionale del termine. Come sempre, come per tutti, conoscere se stessi preserverà da questi mali, cercare il proprio equilibrio... in questo caso ecco che torna l'immagine: far proseguire il bove, tenendolo sotto controllo.
Qualità di Lauviah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Lauviah 2 sono amore per la conoscenza e comprensione della verità dei mondi superiori, calma, serenità, intuizione, amicizia, ispirazione artistica. Dona accesso agli studi superiori, alla ricerca e alle scoperte in campo scientifico, oppure l'inclinazione per le arti, in particolare la musica. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Amaniel e rappresenta il laccio malvagio; ispira l'eresia e l'ateismo, l'astio verso la spiritualità e verso le espressioni religiose. Causa senso di fallimento, scarsa autostima, agitazione, insonnia, paure notturne.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a questo Nome si chiama: "via di fuga" (la meditazione sullo stesso nome, ma riferita al Lauviah 1 - l'angelo 11 o Lauviah-Cherubino, si chiama "tutte le forze minacciose sono espulse da qui": il suo potere bandisce infatti le tracce diaboliche neutralizzando tutte le energie ostili e purificando l'ambiente in cui si opera).
Secondo la Kabbalah, la vibrazione di queste lettere dona distacco dalle cose materiali e dagli attaccamenti dell’Ego che causano le sofferenze. Fornisce dunque lo strumento meditativo più efficace a far sbocciare liberamente il proprio il vero Sé. Meditazione - Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: Per il potere di questo nome attingo la più grande delle vie di fuga: la fuga dai miei stessi desideri basati sull'ego, da ogni inclinazione egoistica e dalla mentalità del "io prima di tutto”. Al loro posto guadagno il vero della vita e doni duraturi, famiglia, amicizia e appagamento.
Esortazione angelica
Lauviah 2 esorta i suoi protetti a sviluppare le proprie doti interiori e poi a esteriorizzare le proprie conoscenze e conquiste per collaborare all'evoluzione umana trasmettendo al mondo le rivelazioni ricevute.
Giorni e orari di Lauviah
Se sei nato nei giorni di reggenza di questo angelo, Lauviah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 25 gennaio, 20 giugno, 3 settembre, 14 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h. 5.20 alle 5.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera rivolta specificamente a Lauviah 2 è il versetto dai Salmi che recita: Domine, Deus noster, quam admirabile est nomen tuum in universa terra quoniam elevata est magnificentia tua super caelos (Sal. 8,2 - Signore, nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra: si innalza oltre i cieli la tua magnificenza).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul solo piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. Mentre le lettere ebraiche si leggono da destra a sinistra, però, i corrispondenti Tarocchi vanno letti da sinistra a destra. In questo caso, la radice (lamed-aleph-waw) del Nome risponde alla configurazione:
L'Appeso - il Mago - l'Innamorato
da cui la riflessione che nasce dalle domande poste da questi arcani: chiede l'Appeso (sosta, meditazione, dono di se stessi) che cosa devo sacrificare? che cosa devo dare di me stesso? cosa devo fermare? cosa devo ascoltare? verso quale punto devo rivolgere la mia ricerca interiore? chiede il Mago (l'inizio, la scelta): che cosa sto cominciando a fare? che cosa sto scegliendo? come posso canalizzare la mia energia? chiede l'innamorato (l'androgino divino, il libero arbitrio, la ricerca della Luce): in quali relazioni sono coinvolto? che scelte devo operare?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra l'11 e il 16 giugno. L'angelo Lauviah 2 appartiene al Coro degli Angeli Troni guidato dall'Arcangelo Binah, o Binael. Il segno dei Gemelli nel suo complesso, e questa decade in particolare (11-21 giugno) cadono entrambi sotto l'influenza del potente Arcangelo Michele.
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