Iahhel, o Iah-hel, o Yahehe’el è il 62esimo Soffio; è il sesto raggio angelico nel Coro mercuriano degli Angeli Arcangeli guidato dall’Arcangelo Michele, nel quale governa le energie di Venere. Il suo elemento è l'Aria; ha domicilio Zodiacale dal 5° al 10° dell'Acquario ed è l’Angelo Custode dei nati fra il 26 e il 30 Gennaio. I sei Angeli Custodi dell'Acquario, collettivamente, ispirano ai loro protetti amore per la natura, idealismo, apertura mentale, interesse per le innovazioni.
Il nome di Iahhel significa “Dio supremo".
Il dono dispensato da Iahhel è il SAPERE; o il DESIDERIO DI CONOSCERE.
Dice la Tradizione che Iahhel aiuta ad acquisire saggezza, protegge i filosofi e tutti coloro che vogliono ritirarsi a vita contemplativa per seguire studi contemplativi e filosofici. Ma, governando nel suo Coro le energie venusiane, e dispensando anche quelle mercuriane proprie del Coro stesso, questo angelo concede contemporaneamente la ragione e la sensazione, qualcosa che può esprimersi, come dice Haziel, in "un'intelligenza pratica posta al servizio della Bellezza", oppure capace di trarre frutto (cioè gioia o ricchezza, o entrambe) dalla bellezza, oppure dal sapere: per esempio lavorando con l'educazione, con l'arte, la musica, o con la natura. Inoltre non favorisce solo l'appagamento nella solitudine, ma anche l'unione: secondo Haziel, infatti, favorisce, addirittura suscita, la formazione di associazioni e gruppi. Grazie a lui il soggetto saprà trovare la forma logica per istituirli, il modo di far coincidere gli interessi di molteplici personalità. L’influsso esercitato da questo Angelo farà sì che le esperienze derivanti dalle associazioni (comprese quelle intime come il matrimonio) elargiscano frutti saporiti, ossia sfocino in risultati positivi. Il suo protetto pronuncerà discorsi o scriverà testi favorevoli all’unione di tutti. Avrà un’intelligenza particolarmente idonea a capire le persone e gli avvenimenti, e anche capace di individuare ciò che può condurre all'affermazione personale. L'angelo dispensa dunque intelligenza, bellezza e ricchezza, doni che non si potranno manifestare nei casi in cui la Volontà Umana rifiuti gli stimoli da lui offerti: ma se i suoi protetti porranno la loro azione al servizio di un progetto positivo, avranno successo sicuro e otterranno una vita serena in cui saranno amati teneramente.
Iahhel secondo Sibaldi
Ma la natura di questo angelo non è automaticamente idilliaca, è anzi soggetta anche a profondi conflitti. Dice Sibaldi che la radice di questo Nome (yod-he-he: Io guardo soltanto verso l’invisibile) descrive un’ascesi radicale e senza limiti: e in ciò consiste infatti il compito degli Yahehe’el, e anche la principale causa dei loro conflitti terreni. Sono, o meglio sarebbero perfettamente equipaggiati per salire sempre più su, come astronauti, nelle diafane regioni dello spirito. Dispongono, per loro natura, di una larga saggezza che li trattiene dal partecipare e persino dall’interessarsi alle tensioni, alle lotte, agli affanni quotidiani della restante umanità; guardano tutto e tutti dall’alto – nel senso migliore del termine – e la loro vista è per di più talmente buona, che anche se volessero non potrebbero spiegare al loro prossimo tutto ciò che vedono in lui, intorno a lui e nel suo futuro; non li trattiene dunque neppure il bisogno di voltarsi a insegnare, a riferire… e nemmeno l’ostacolo più ovvio e tenace di chi vuol salire: le passioni del cuore o del corpo. Il principio femminile e il principio maschile della personalità degli Yahehe’el si trovano infatti fin dalla nascita in perfetto equilibrio, e non richiedono alcuna compensazione né da un sesso né dall’altro (potrebbero intendersi bene, quanto a questo, soltanto con i protetti degli altri due Angeli ermafroditi, Yezale’el, dei Cherubini, e Miyhe’el delle Virtù), dimodoché anche la loro capacità d’amare può volgersi intera e libera verso nuovi livelli del sublime. In altre epoche, con una tempra simile, gli Yahehe’el avrebbero facilmente trovato qualcuno che li indirizzasse alla carriera monastica, e in breve tempo, nel silenzio e nella contemplazione, si sarebbero accorti di essere fatti apposta per la santità. Ma oggi è molto dura, per loro. Le principali religioni, nel loro sforzo di avvicinarsi il più possibile al mondo profano, hanno decisamente trascurato i propri aspetti spirituali ed esoterici: nessuna apprezza più l’ascesi (la tollerano, semmai), e anche il mondo, di conseguenza, ha smesso di apprezzarla – così che questi eterei Yahehe’el si ritrovano abbandonati a se stessi, incompresi e incomprensibili, e costretti a scendere a compromessi con le esigenze materiali. I loro compromessi non riescono quasi mai, e se riescono è peggio ancora. Capita, per esempio, che uno Yahehe’el, per non sentirsi troppo diverso dagli altri, si fidanzi e si sposi: il coniuge ne sarà sicuramente innamorato (come non innamorarsi di un’anima tanto equilibrata, alta, irraggiungibile?) la famiglia sarà allietata da qualche bambino, ma a meno che sia il coniuge sia i figli siano nati nei suoi stessi giorni, lo Yahehe’el avrà sempre l’opprimente, segreta sensazione di vivere in un equivoco, di aver finto e di dover fingere. L’immagine che dà di se stesso in famiglia non è dunque la sua vera, non è lui che i suoi amano, ma solo una persona che non esiste, inventata, recitata… E vivere con questo fardello sul cuore è tutt’altro che piacevole. Lo stesso avverrà nel lavoro: anche se facesse l’insegnante – che tra tutte le professioni è forse quella meno inadatta a lui – gli sembrerebbe sempre di essere complice di un mondo a lui estraneo, di dover preparare i suoi allievi a una vita che lui, per sé, non desidererebbe mai; e si porrebbe problemi di coscienza che nessun suo collega neppure si sogna. Per non parlare poi del tempo libero, delle conversazioni e dei divertimenti degli altri, in mezzo ai quali uno Yahehe’el tace e per lo più sogna tra sé e sé, sentendosi come un palloncino legato a terra da un filo lunghissimo e sottile, che di nascosto sta tentando sempre di allentare, o spezzare. Mozart era di quest’Angelo, e solo i suoi biografi più ottusi presentano il suo disinteresse per le faccende normali come un sintomo di caoticità interiore: era, al contrario, uno Yahehe’el rigoroso e perfettamente coerente con se stesso; semplicemente non gli importava nulla del mondo e non aveva voglia di fingere. Componeva. E così anche Lewis Carroll, che scriveva i suoi libri per la piccola Alice e viveva, felice, in un universo tutto suo, fatto di esseri fantastici e di matematica. E Anton Cechov, che sembrava guardare la vita degli altri da un’interiorità infinita, come le nuvole o le stelle potrebbero guardare, e sorrideva con altrettanta infinita comprensione ai suoi lettori, che (ne era certo) non lo avrebbero compreso mai, se non cominciando a sentirsi un po’ palloncini legati a un filo, anche loro. L’unica cosa che potrebbe rafforzare quel filo sarebbe un legame – d’amicizia magari – con una persona saggia: con una piccola Alice, appunto, che li capisca, o con qualcuno che li faccia sentire protetti, e che occupandosi dei problemi quotidiani permetta loro di sognare in pace di tanto in tanto: come fu per Mozart suo padre Leopold. Allora, così garantiti, può anche avvenire che prendano gusto a vedere la terra dall’alto, e non più per l’altezza stessa ma per il panorama che la terra offre da lassù: e che si divertano, anche, a scendere un po’, per poi subito risalire, e poi scendere ancora, a sperimentare questa o quell’occupazione o abitudine dei terragni. Rarissimo è il caso che in uno Yahehe’el si sviluppi invece un elemento di ostilità verso chi è più in basso: ma quando ciò avviene possono diventare temibili, e trarre piacere da una crudeltà fredda, imperturbabile, fiabesca quasi, se si pensa a certi tetri personaggi di fiaba; così avvenne a Ceausescu. Ma sono davvero casi che potrebbero contarsi sulla punta delle dita: il riserbo yaheliano vela, di solito, soltanto sapienza e immensa nostalgia dell’eterno.
Qualità di Iahhel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Iahhel sono sentimento, saggezza, comprensione del potere del pensiero, amore e fedeltà coniugale, moderazione, amore della tranquillità e della solitudine. Spiccato senso del dovere e capacità di adempiere agli impegni; conoscenza del valore dell’esistenza, successo nelle carriere didattiche.
L'angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Aporménos e rappresenta l'ansia e il sospetto. Causa gli sconvolgimenti degli eventi, del corpo e dello spirito che ostacolano una vita tranquilla: impedimenti, scandali, malattie, depressioni.
Meditazione associata al Nome: genitore-maestro
La Verità da conoscere, connessa a questa meditazione, è che i figli non appartengono ai genitori, né gli allievi ai maestri: essi ci sono affidati in un rapporto che deve essere per noi occasione di evoluzione, e nel quale anche noi impariamo da loro. La posizione di genitore e di maestro, soprattutto, dà l'occasione di essere Luce per coloro che devono e possono imparare da noi: ma la Luce non si manifesta tanto nelle esortazioni teoriche, quanto nell'esempio pratico, nella capacità di essere per gli altri vere ispirazioni.
Meditazione: ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: metto a tacere il predicatore che è in me. Farò trasparire e parlare il Maestro che è in me attraverso le mie azioni.
Esortazione angelica
Iahhel esorta a riconoscere che tutto nasce dalle idee ed è fecondato dai sentimenti. In noi stessi è presente il seme che può far concretizzare ogni cosa; spetta a noi irradiare Luce e manifestare il Bene.
Giorni e orari di Iahhel
Se sei nato nei giorni di reggenza di questo angelo, Iahhel è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 10 marzo, 22 maggio, 6 agosto, 18 ottobre, 29 dicembre; ed egli governa, ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h. 20.20 alle 20.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. Il versetto dai Salmi rivolto specificamente a Iahhel è: de quoniam mandata tua dilexi, Domine; secundum misericordiam tuam vivifica me. (Vedi che io amo i tuoi precetti, Signore; secondo la tua grazia dammi vita. Sal. 119,159).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul solo piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. Mentre le lettere ebraiche si leggono da destra a sinistra, però, i corrispondenti Tarocchi vanno letti da sinistra a destra. In questo caso, dunque la radice (yod-hé-hé) di questo Angelo (invertendo la posizione delle lettere della radice) risponde alla configurazione: il Papa- il Papa- la Ruota della Fortuna.
Da questo si può trarre una riflessione che nasce dalle domande poste da questi Arcani: Chiede il Papa (mediatore, ponte, ideale): Cosa dice la tradizione, la legge? cosa comunico, e con quali mezzi? sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? ho un ideale? Chiede ancora il Papa (mediatore, ponte, ideale): Cosa dice la tradizione, la legge? cosa comunico, e con quali mezzi? sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? ho un ideale? Chiede la Ruota (principio, metà o fine di un ciclo): Cosa deve cambiare, quale ciclo si è concluso nella mia vita? quali sono le mie opportunità? csa mi aiuta? cosa sto ripetendo? quale enigma emozionale mi impedisce di andare avanti?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 26 e il 30 gennaio. L'angelo Iahhel appartiene al Coro degli Angeli Arcangeli guidato dall’Arcangelo Michele. A questa decade in particolare (21-30 gennaio), sovrintende poi l'Arcangelo Haniel mentre, complessivamente, il segno dell'Acquario è governato dall'Arcangelo Raziel.